Un angolo di terrazzo, la mamma che guarda dalla finestra, passanti solitari con la mascherina sulla bocca. E poi lo sbocciare dei fiori, i tetti e le finestre illuminate, i quadri alle pareti e le camere da letto.
“Diario visivo ai tempi del Coronavirus” è la testimonianza di come hanno vissuto il lockdown e le fasi di maggiore o minore isolamento di questa pandemia sedici fotografe che si ritrovano abitualmente alla Casa delle Donne di Milano, l’associazione nata sei anni fa per contrastare la violenza di genere, promuovere talenti e valorizzare i saperi femminili. Una casa accogliente “dove abita la pluralità” e si esercita la cittadinanza attiva tra donne. Un’attivismo che non è mancato neanche in questi lunghi mesi di isolamento, come dimostra questa iniziativa fotografica.
Scatti che raccontano la quotidianità tra le mura domestiche, i vicini di casa che salutano dai balconi, i parenti e i “congiunti”. La natura che rinasce e la città deserta. I passanti carichi di borse della spesa e la farmacista di cui si vedono solo gli occhi dietro alla visiera e alla mascherina.
Immagini condivise, a puntate, sulla pagina Instagram della Casa delle Donne. Ma come è nata l’idea? “Ho proposto alle amiche e colleghe di mandarmi una selezione di scatti per documentare questo periodo così particolare che abbiamo vissuto”, racconta Marzia Malli, una delle fotografe della Casa delle Donne. I temi erano quelli domestici: la casa, il quartiere, la città silenziosa, ma anche quelli più intimi e personali come l’autoritratto e gli sguardi dalla finestra. Così hanno raccolto 45 immagini catturate con macchine fotografiche reflex e mirrorless, analogiche e digitali ma anche con i più immediati e pratici smartphone. Il progetto, spiegano, “vuole essere una testimonianza” sul periodo, “ma anche un modo per dare valore al nostro sguardo spesso trascurato e non valorizzato: uno sguardo delle donne sulle altre donne. E insieme un’occasione per riflettere sul nostro lavoro”.
Il gruppo di fotografia e comunicazione visiva della Casa delle Donne di Milano è composto da una trentina di socie, fra professioniste e non, ma altrettanto appassionate. Tra le loro finalità, l’interesse verso l’espressione creativa, la diffusione della conoscenza della storia e del lavoro delle donne nel settore fotografico.
“Per le donne, la fotografia è un mezzo espressivo molto potente”, racconta Malli. Un esempio? “L’autoritratto: l’indagine su se stesse, l’introspezione sono strumenti molto cari alle donne per raccontarsi”. E per fare emergere anche tematiche sociali importanti, come quelle che l’associazione porta avanti da tempo.
In attesa di capire se a settembre questo progetto fotografico, nato durante il lockdown, potrà diventare qualcosa di più – una mostra aperta al pubblico, ma anche un libro – l’attività della Casa delle Donne continua sul web. Una delle ultime iniziative riguarda ancora una volta la fotografia e propone una serie di conferenze online sulle indimenticabili fotografe della storia, consultabili sul sito della Casa delle Donne. Una puntata è dedicata alla documentarista Dorothea Lange: le sue immagini dei migranti nel periodo della grande depressione nelle zone rurali degli Stati Uniti l’hanno resa una delle fotografe più famose del ventesimo secolo. Un altro appuntamento, invece, analizza la straordinaria figura di Margaret Bourke-White, la donna dei primati: fu la prima fotografa straniera a ottenere il permesso di scattare nell’ex Unione sovietica, la prima corrispondente di guerra e la prima donna fotografa per il settimanale “Life”.