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Dalla tisana anti-Covid alla crema “magica”. Storia dell’erborista che iniziò la sua carriera con l’inventore dell’Amuchina

“Scusi, ce l’ha un’erba contro il coronavirus?”. Per telefono o via mail, in questi mesi, di richieste “pazzesche” come queste ne sono arrivate diverse. Ai vecchi e ai nuovi clienti, Giuseppe Giordano rispondeva sempre con il sorriso e con una domanda: “Ma è sicuro che questa pianta serva allo scopo che vuole?”.

Giuseppe Giordano – © Photo: Claudia Zanella

Nei cassetti e tra le ampolle di vetro dell’antica erboristeria in viale Monte Nero 13, a Milano, c’è una risposta a tutto. O quasi. “I tuttologi, quelli che si informano su internet e che arrivano con la risposta pronta e richieste assurde, sono raddoppiati negli ultimi anni”. A loro, Giuseppe Giordano, 71 anni, storico titolare dell’erboristeria “La Camomilla”, ricorda che quella che pratica da diverse generazioni “non è magia, ma sapienza antica delle piante”. E a questa si è appellato anche durante i mesi della quarantena, quando il prodotto più venduto, assicura, è stato la tisana anti-stress: un mix di melissa, arancia, primula e altre erbe che non hanno altri segreti se non quello di generare una sensazione di calma. Effetti dell’isolamento e dell’impossibilità di trovare una valvola di sfogo esterna alle pareti domestiche che, per alcuni, alla lunga si sono trasformate in una piccola prigione.

“Alla mattina rispondevo alle mail e nel pomeriggio passavo in negozio a prendere la merce che poi consegnavo a domicilio”, ricorda Giordano, che anche se con mascherina, guanti e una scomoda visiera, si dice felice di essere riuscito “a rimanere qui con soddisfazione a servire i miei clienti” anche durante il lockdown. Una passione, quella per le piante officinali e medicinali, che ha ereditato da generazioni e che ha sempre portato avanti con orgoglio.

“È l’arte dei miei nonni”, spiega indicando un’antica attestazione su una delle pareti del negozio: la data è il 7 ottobre 1745. “Siamo una famiglia di contadini erboristi. La camomilla che coltivavano i miei trisnonni tra Altamura e Matera era la più apprezzata dai farmacisti perché in queste terre nasce più ricca di principi nutritivi”. E proprio alla regina di queste erbe dalle proprietà sedative e calmanti deve il suo nome il negozio che Giordano ha aperto a Milano nel 1982, per portare avanti la tradizione di famiglia. Fra un paio d’anni diventerà negozio storico, ma dopo quasi quarant’anni di attività, ha deciso di andare in pensione e mettere in vendita il suo gioiello. Nessuno però si è ancora fatto avanti.

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“Mi dispiace lasciare l’attività”, confessa. Ma è convinto che a 71 anni “abbia anche il diritto di giocare con i miei nipoti e dedicarmi alle mie passioni”. Come la musica jazz, che in questi anni ha sempre accompagnato le sue lunghe giornate in negozio con una vasta selezione di dischi da collezione. “Un piacere dell’animo oltre che dell’orecchio”, sorride alzando il volume del computer accanto alla cassa. Intorno si sprigiona un profumo di erbe. Da dove viene? Dai cassetti in legno. Qui sono custoditi i segreti del mestiere. Ci sono la malva, gli oli e le tisane, una per ogni problema: quella per bruciare i grassi, la depurativa, la calmante e quella che aiuta a digerire.

Del resto, è questa la missione dell’erborista. Più che un lavoro, “è un servizio. Ci mettiamo a disposizione dei clienti: loro fanno le domande e noi diamo le risposte”. Per esempio, “la malva ha un’azione anti infiammatoria e aiuta a proteggere i tessuti. Funziona anche come anti-rughe”. E così si scoprono aneddoti curiosi. “Durante la guerra avevano tutti una pelle bellissima, lo sa? Il motivo è che si mangiava solo minestra. Non c’era niente e così si dava sapore al brodo con le foglie di malva”. E poi ci sono le ricette di sua invenzione. Come la crema “maga”, cioè magica (il nome l’ha dato un cliente) con olio di mandorle e propoli. Ribattezzata “la crema per le mani degli operai” perché cura le ragadi.

Il segreto? Giordano non ha dubbi. “Il successo è dato dalla soddisfazione del cliente”. Tra i più famosi che sono passati per questo negozio ci sono Franca Rame e Dario Fo. E diverse modelle, che qui si fermavano ad acquistare i prodotti per il controllo del peso perché “fino a qualche anno fa in questa zona c’erano tante agenzie fotografiche”. Tanti altri clienti, invece, non ci sono più. “E i giovani sono pochi: si affidano ad Amazon per risparmiare. Ma quelli che provano le mie specialità poi tornano sempre”.

Un successo costruito negli anni, con costanza e passione, ma anche da un incontro. Quello con Oronzio De Nora, l’inventore dell’Amuchina, il disinfettante gel per le mani, la cui storia è riemersa alle cronache in questi mesi a causa del coronavirus. De Nora, originario di Altamura come la famiglia di Giordano, aveva fondato un’azienda a Milano (oggi una multinazionale di successo nel campo delle tecnologie sostenibili, del risparmio energetico e nel trattamento delle acque). Dopo il diploma in Chimica industriale, uno dei primi impieghi di Giordano fu proprio in questo laboratorio dove si producevano cloro, idrogeno e sodio. “Ho lavorato per qualche tempo nel laboratorio. Mi occupavo di verificare la messa a punto della scelta del diaframma della cella che produceva idrogeno, cloro e soda puri. Le vendite iniziarono ad andare molto bene: esportavamo le celle ovunque: Asia, in America”. Quando però dalla ditta è arrivata la proposta di un cambio di mansione, Giordano ha preferito cambiare strada. “Quel tipo di impiego non mi piaceva e così mi sono licenziato”.

Era il 1982. Giordano ha deciso allora di tornare alle origini, a quella tradizione di famiglia che non era stata la sua prima scelta: l’erboristeria. In quell’anno ha aperto il negozio in viale Monte Nero, “La Camomilla”, e si è iscritto all’università di Urbino dove ha preso il diploma in Tecniche erboristiche. Da quel momento non è mai passato un giorno in cui non fosse nel suo negozio. “Non ho mai preso un giorno di ferie o di malattia”. E adesso, che ne sarà? “Non lo so”, confessa senza nascondere un velo di malinconia sotto a una folta barba bianca e a un’eleganza d’altri tempi. Gli arredi sono ancora quelli di una volta. Sulle pareti campeggiano targhe e riconoscimenti: una laurea honoris causa in “Naturopatia” rilasciata negli Stati Uniti, il diploma di maestro di massaggio olistico e persino una medaglia d’oro, un premio ottenuto dalle tante segnalazioni dei “clienti soddisfatti”. Giordano spegne la musica, tira giù la saracinesca. “Dal 30 giugno Giuseppe Giordano è ufficialmente in pensione”, annuncia. Il negozio per ora è chiuso per ferie. In attesa di qualcuno che si faccia avanti per rilevarlo.

Giuseppe Giordano – © Photo: Claudia Zanella
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  • Ti facciamo i migliori AUGURI per lunga vita contornato da nipoti....per quanto riguarda il negozio sarà l'icona della tua amata e storica attività e servizio versi la società

  • Mi dispiace non aver salutato Giordano,l'ho saputo da poco che ha chiuso l'Erboristeria che conosco praticamente da sempre.bello sarebbe sì,avere consulenze on line come propositato.
    A presto spero,con questo amabile scorbutico Giardiniere da Pane e Tulipani.
    Cristina

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