Categories: iniziative

Un caffè sospeso per aiutare i piccoli commercianti durante il lockdown. L’idea di due italiani all’estero

Hai paura che il bar sotto casa non riapra più? E la libreria indipendente? Con il lockdown le attività di quartiere sono messe a dura prova. E così un gruppo di giovani creativi di Piacenza ha ideato Un caffè sospeso, un’iniziativa per lanciare un salvagente ai piccoli commercianti della loro città. Un progetto che si è rapidamente esteso in tutta Italia.

Abbiamo parlato con Riccardo Covelli, uno dei fondatori, che ci ha raccontato come è nato questo progetto.

Un caffè sospeso: come funziona?

“Ci si prende cura del proprio negozio di fiducia, acquistando un buono regalo da spendere quando l’attività riaprirà. Lo puoi prendere per te oppure lo puoi regalare a chi vuoi. Puoi anche tenerlo lì e non spenderlo mai, per ricordare che tempi strani abbiamo vissuto”.

Come è nata l’idea?

“L’idea è nata tra Delft e Rotterdam, in Olanda. Quando è scoppiata l’emergenza del coronavirus, insieme a un amico, Edoardo Repetti, ci siamo chiesti come poter dare una mano a casa standocene qui, a mille chilometri di distanza. Così abbiamo unito idee, capacità e un paio di amici e abbiamo lanciato il nostro contributo per tenere in piedi la città che amiamo: Piacenza. E da lì il progetto si è esteso in tutta Italia. Abbiamo creato la piattaforma e in quattro giorni era online”. 

Come sta andando?

“Benissimo. La crescita esponenziale. Fino a pochi giorni fa mancava solo il Molise, ora anche questa regione si è unita a noi e possiamo finalmente annunciare di essere arrivati in tutte le regioni. Ad oggi hanno aderito 514 commercianti da tutta Italia, anche se la maggior parte è al Nord”.

A chi si rivolge?

“La nostra piattaforma è rivolta tutti i commercianti d’Italia, con un occhio di riguardo per i piccoli negozi di quartiere e per tutte quelle attività che sono state messe particolarmente in difficoltà dal Covid-19”.

 

Quali sono le attività più gettonate da chi acquista i coupon?

“Sul nostro sito c’è di tutto: bar, ristoranti, gelaterie, parrucchieri, artigiani, ma anche cinema, teatri e altri servizi. Funzionano molto bene tutte le attività legate all’abbigliamento e ai ristoranti e poi i negozi che offrono idee regalo come le gioiellerie”.

Quanto si spende, in media?

“Non abbiamo traccia dei pagamenti perché le transazioni avvengono in modo diretto tra il cliente e il commerciante, in forma privata. Ma stimiamo di avere mosso un meccanismo di vendita di buoni per un valore totale di circa 45mila euro. In media la gente spende per un coupon tra i 20 e i 25 euro, ma in alcuni casi si arriva anche a un centinaio di euro”.

orangeisthenewmilanoteam

Recent Posts

Ho avuto il Covid, senza sintomi: la mia vita surreale da malata immaginaria

A volte uno si crede malato, e non lo è. Succede con i mali della…

3 anni ago

Universikid, l’università della creatività per i bambini. L’idea nata in lockdown

“Cercavamo il modo di trasmettere la passione per l’arte a tutti i bambini". Così, durante…

3 anni ago

Lettere a Litchfield – “Insegno Antropologia Forense. Con la Dad voglio che i miei studenti non solo capiscano gli argomenti, ma si divertano”

"Mi chiamo Pasquale Poppa, come mio nonno, che a differenza mia era Cavaliere del lavoro…

3 anni ago

Lettere a Litchfield – “La pandemia ci ha tolto gli anni più belli, ma non ha vinto. Noi siamo la generazione del riscatto”

"Il Covid ha causato un ribaltamento dei valori a cui tutti eravamo legati. Adesso siamo…

3 anni ago

Vi racconto il mio esame di Maturità con una mamma prof

"Mia madre un po’ mi aiuta perché da brava insegnante dice di conoscere tutte le…

3 anni ago

“Sono una prof e mio figlio quest’anno è alle prese con la Maturità. Così viviamo questi giorni speciali”

"Rompe una mamma Prof? Sì, molto. Perché tutti i santi giorni che separano dall’esame si…

3 anni ago
%%footer%%