L’esercito dell’arte dichiara guerra al virus. Alessandro Gatti, in arte Gattonero, lo ha “gridato” con un dipinto imponente. Lo ha realizzato su un telone da scenografia grande dieci metri per due, che ha steso sulla facciata del suo condominio a Milano. Lo street artist, che è anche scenografo, con i materiali che aveva in casa, ha deciso così di fare un regalo alla città in questo momento difficile. Un regalo che incoraggi i cittadini a resistere e a stare in casa.
Una donna guerriera infilza un mostro. Così Gattonero rappresenta l’Italia, in una versione romanica e guerriera dell'”Italia turrita” (quella rappresentata sulle vecchie lire), su un destriero bianco. Sulla sua lancia sventola un tricolore, con il messaggio al popolo: “Vinceremo”. Ai suoi piedi, trafitto, c’è il virus, sanguinante e sconfitto.
Un simbolo che ci unisce tutti sotto un’unica bandiera e che ci ricorda che siamo italiani. Cioè, spiega l’artista, “un popolo di viaggiatori e guerrieri, che non molla mai. L’italiano medio si sbatte tanto, con inventiva”. E ora è proprio il momento di combattere. “Ma non con il fucile, oggi combattere significa stare a casa”, dice. E così la sua opera è un chiaro messaggio, aggiunge, “stringete i denti ragazzi, ce la faremo”.
L’idea è arrivata quando l’artista milanese si è trovato chiuso in casa, come tutti. Si è interrogato sul virus e su cosa poteva fare per aiutare le persone, anche se lontano dalle corsie degli ospedali. E allora ha capito. “Il ruolo dell’artista è incitare, convincere le persone a fare il proprio dovere e trasmettere loro un po’ di gioia”, spiega. “Se nel Quattrocento lo scopo era avvicinarle alla religione, ora è spingerle a resistere, a farle rimanere in casa. Aiutarle a reagire in questo momento in cui l’umore della gente è basso”.
E non si è fermato alla sua opera. Ha lanciato una call agli altri artisti per chiedere loro di fare lo stesso. Ha creato una pagina Facebook, “Kill the virus”, dove ha chiesto di mandare le foto delle opere e dove verranno pubblicate.
La risposta degli artisti non si è fatta attendere e la bacheca si sta a mano a mano colorando di mostri e visi con mascherine, graffiti e quadri. E anche una bottiglia di vetro decorata.
“L’arte non serve a niente”, dice. Nessuna utilità tangibile, fisica, immediata. Ma c’è tutta un’altra dimensione in cui ha un senso. Così precisa: “In realtà non è vero che non serve a niente: fa bene al morale”, dice Gattonero. “Svegliarsi e sentire una canzone, vedere un quadro, fa stare meglio”. E stare meglio aiuta a resistere e a unirsi in un’unica lotta. E alla fine, come recita il suo dipinto, “vinceremo”.
A volte uno si crede malato, e non lo è. Succede con i mali della…
“Cercavamo il modo di trasmettere la passione per l’arte a tutti i bambini". Così, durante…
"Mi chiamo Pasquale Poppa, come mio nonno, che a differenza mia era Cavaliere del lavoro…
"Il Covid ha causato un ribaltamento dei valori a cui tutti eravamo legati. Adesso siamo…
"Mia madre un po’ mi aiuta perché da brava insegnante dice di conoscere tutte le…
"Rompe una mamma Prof? Sì, molto. Perché tutti i santi giorni che separano dall’esame si…
View Comments
scrivete benissimo articolo stupendo!
Grazie mille, Gattonero!