E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.
Ed elli a me: “Questo misero modo
tengon l’anime triste di coloro
che visser sanza infamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
delli angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé foro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”
(Dante Alighieri, Inferno III, 31-42)
Dante Alighieri, nella “Divina commedia”, collocava gli ignavi nel limbo. Ma chi erano gli ignavi? Tutti quelli che hanno avuto una vita “senza infamia e senza lode”. Le persone, insomma, che non sono state in grado di prendere decisioni né di schierarsi nei momenti di crisi. Lo scrittore Dan Brown, nel suo “Inferno”, li colloca addirittura nel punto più caldo dell’inferno.
A ricordarlo è Annamaria Borando, preside dell’istituto tecnico e professionale Galilei-Luxemburg di Milano. In questo momento di crisi – la più profonda dal dopoguerra – la scuola che guida ha deciso di fare la sua parte. “Ci siamo e siamo pronti a combattere l’inerzia che potrebbe subentrare in questo momento così difficile. Vogliamo dare un segnale”.
E quale occasione migliore ci può essere se non l’anniversario della partenza di Dante per il suo viaggio immaginario attraverso inferno, purgatorio e paradiso?
Perché è domani, mercoledì 25 marzo, la data scelta dagli studiosi per ricordarlo e il ministero dell’Istruzione ha istituito il “Dantedì”, la giornata dedicata al sommo poeta.
“Ricordando che ‘Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua Italiana, Dante è l’idea stessa di Italia’, abbiamo deciso di realizzare – con l’aiuto dei professori Clara Biondo, Fabio Chiriatti e Patrizia Palmisano – un manifesto con un collage di autoscatti fatti dagli studenti”, spiega la dirigente della scuola di via Paravia.
La proposta – rivolta a tutti i ragazzi della scuola – era di mandare ai docenti una foto scattata in questi giorni a casa, davanti alla porta d’ingresso leggermente aperta sull’esterno, a ricordare l’immagine di Dante del dipinto del Bronzino (vedi qui sotto). Un modo per mostrare “che tutti noi siamo pronti a iniziare un nuovo viaggio e ci siamo anche in questo momento difficile”.
Il collage è già sul sito della scuola, insieme a una breve descrizione del progetto.
Ma non è finita. In questo grave momento storico, ispirati dalla figura di Dante e dal terzo canto dell’Inferno, la preside e i professori hanno voluto fare di più per aiutare gli italiani a combattere l’inerzia e ritrovare la speranza. E, così hanno ideato un altro progetto, “realizzato grazie alle abilità dei nostri studenti”.
I protagonisti di questa seconda iniziativa sono gli studenti di due classi, una quarta e una quinta, dell’indirizzo di Servizi culturali e di spettacolo (produzioni audiovisive) .
“Abbiamo proposto loro di realizzare un video in cui cantino tutti insieme. Vogliamo lanciare un messaggio positivo e, allo stesso tempo, far divertire un po’ i nostri ragazzi, che faticano a stare chiusi in casa”, spiegano Stefania Donno, docente di Laboratori tecnologici, e Giusy Vecchione, insegnante di Linguaggio cinematografico e tecniche di produzione. Un’idea sulla scia “del trend che sta imperversando sui social e che vede la musica il mezzo con il quale, in tutte le città, si sta cercando di esorcizzare la solitudine, di accorciare le distanze e sentirsi più vicini”.
E così, i ragazzi di quarta cantano “E la vita, la vita” di Cochi e Renato”. Una canzone scelta “per il messaggio di forte speranza e positività di questo testo. Ma anche un omaggio a Milano, che oggi è piegata, ma che saprà rialzarsi più bella e poi forte di prima”.
Gli studenti di quinta, invece, ballano sulle note de “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano. Un testo “più attuale che mai in un momento così buio”, perché “ci dice che nonostante le brutture, la paura, il dolore e i tanti problemi, la vita va avanti e le persone riescono sempre a trovare il lato positivo guardando il cielo”. E, concludono le docenti, “quelle nuvole che oggi ci impediscono di vedere il sole, domani saranno spazzate via e il nostro cielo tornerà a essere limpido”.
In quest’ultimo video, su richiesta degli studenti, sono presenti anche le due docenti che hanno seguito il progetto e il collega di lettere, Giuseppe Barone. “Volevano che anche noi ci unissimo a loro e ci è sembrato giusto accontentarli”, racconta la professoressa Vecchione. “È stato un modo per far sentire che ci siamo, che siamo sempre con loro, anche se da lontano”.
Ma anche se cantano nel video come i loro studenti, nessun docente ha messo mano al progetto. “Per ogni classe, i ragazzi hanno inviato le registrazioni a un loro compagno, che si è occupato del montaggio. Noi abbiamo solo supervisionato e lo abbiamo seguito passo a passo dalla piattaforma”, spiega l’insegnante, che è molto soddisfatta del risultato. “Hanno superato le nostre aspettative sia per la partecipazione e l’entusiasmo sia per il risultato”.
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