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Lettere a Litchfield – “Sono una flower designer, ma oggi ho raccolto i fiori dal mio giardino, come un secolo fa”

Barbara Botta – Foto © Eros Pradal

Ci scrive Barbara Botta:

“Ieri ho ricevuto una richiesta: mi chiedevano la consegna di un bouquet. Non ci potevo credere. Ero sorpresa, ma, allo stesso tempo, quella email di aveva colto impreparata. Il mio negozio è vuoto da settimane per via delle direttive per il contenimento del coronavirus. Gli ultimi fiori li avevo regalati alla gente che passava davanti alle mie vetrine: volevo che in questo periodo triste le persone portassero un po’ di colore nelle proprie case. Non mi era rimasto più niente, ma non volevo deludere l’unico cliente che mi aveva scritto. E allora, come potevo preparare il bouquet che mi aveva chiesto? Ho pensato a quello che avrebbero fatto i miei colleghi cento anni fa: sono uscita nel mio giardino e ho raccolto quello che la bella fioritura primaverile ci ha regalato. Del resto, mi sono detta, sono pur sempre una flower designer: anche se con poco, posso provare a creare un bel bouquet. E, se preparato con amore, sarà ancora più speciale. E così è stato. Alla fine della giornata l’ho consegnato. Qualcuno ha detto che la bellezza salverà il mondo, e allora proviamoci tutti, a partire da gesti semplici. Come raccogliere un fiore nel proprio giardino”.

Barbara Botta, che firma questa lettera, è una flower designer specializzata nelle creazioni per matrimoni. Lavora sul lago di Como e i suoi clienti sono soprattutto stranieri. Ma, già da gennaio, molte coppie hanno iniziato a dare forfait e ad annullare le nozze fissate per quest’anno.

Quella che ci racconta oggi è una piccola storia positiva in un momento di grande difficoltà di un settore che, come tanti altri, ora è in ginocchio. Milioni di fiori e piante andranno distrutte solo in Lombardia. Saranno un miliardo in Italia, secondo le stime della Coldiretti.

“Questa crisi arriva nel momento più importante dell’anno per il florovivaismo”, spiega Nada Forbici, presidente di Assofloro. “In primavera, la maggioranza delle imprese realizzano tra il 50 e il 70 per cento del fatturato annuale, dopo che nei primi mesi dell’anno hanno fatto investimenti importanti”. Una perdita stimata in milioni di euro.

Ma il problema è globale.

Guardate questo video:

Questo video è stato girato all’asta dei fiori di Aalsmeer, in Olanda. Il più grande mercato al mondo, dove le aziende comprano direttamente dai produttori. Per la prima volta, dopo cinquecento anni, è stato chiuso: migliaia di fiori e piante sono stati distrutti.

“Un  mazzo  di  fiori,  in  Italia,  è visto come  un  genere  effimero, ma vorrei che la gente sapesse cosa c’è dietro a quel bouquet. Ci sono serre tecnologiche e costose, logistica, mercati internazionali. Ma ci sono anche tante persone, professionisti che lavorano dietro ogni passaggio di questa filiera”, ricorda Barbara Botta. “Intere famiglie”.

Secondo i dati della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi diffusi dalla Coldiretti, solo in Lombardia, questo settore conta oltre 7mila imprese che danno lavoro a più di 17mila persone.

Continuate a mandarci le vostre lettere a: orangeisthenewmilano@gmail.com

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